Titolo originale: Matlosa (The Homeless One)
Genere: Drammatico
Versione: italiano
Sottotitoli: tedesco, francese, inglese, spagnolo, sloveno
Anno, durata: 1981, 90' min
Regia: Villi Hermann
Sceneggiatura: Angelo Gregorio, Villi Hermann
Formato: 35mm. DCP restaurato 4K
Colore: colore
Formato immagine: 1:1.66
Produzione: Imagofilm Lugano, Villi Hermann
In coproduzione con: SSR / RTSI
Diritti: Imagofilm Lugano
Festival: Biennale di Venezia 1981, Solothurner Filmtage 1982, Festival international de Cinema di Figueira da Foz 1982, Festival del Film di Locarno 1982, Filmfest München 1983, Kinofestival Mosca 1983
Premi: Premio Isdap, premio Laceno d'oro.
SUISA: 287706
ISAN: 0000-0000-5034-0000-5-0000-0000-M
ITA: Alfredo conduce una vita apparentemente simile a molte famiglie ticinesi che, vivendo in città, nel week end ritornano al loro paese natale in valle. Tuttavia per Alfredo questi viaggi non sono un’evasione, ma un rito ossessivo che si ripete ogni settimana, alla ricerca del suo passato.
FRA: Alfredo mène apparemment une vie semblable à celle de nombreux Tessinois qui, vivant en ville, passent le week-end dans leur village natal. Pourtant pour Alfredo ces week-ends ne sont pas une évasion mais un rite obsessionnel qu’il répète chaque semaine, à la recherche de son passé.
DEU: Alfredo scheint ein ruhiges Tessiner Leben zu führen, geprägt durch rituelle Gewohnheiten wie das Wochenende im Elternhaus. Dieser vordergründige Frieden wird durch sein Innenleben, seine Vergangenheit gestört. Eine Vergangenheit, die die Gegenwart in Frage stellt und allmählich seine Abwehrmechanismen zerstört.
ENG: Alfredo seems to lead the life of so many Ticinese families born in the valleys, who now only go back to their native village for the weekend. But Alfredo doesn’t longer experiences the journey as a form of escapism, but as an obsessive rite which is repeated over and over again. Alfredo has lost his own identity.
ESP: Alfredo lleva una vida como la de muchas familias de la región italiana de Suiza. Vive en la ciudad y el fin de semana regresa a su pueblo natal en la montaña. En realidad para Alfredo estos viajes no son una forma de escapar, sino un rito obsesivo que se repite cada semana en busca de su pasado.
SLO: Alfredovo življenje je na prvi pogled podobno življenju številnih ticinskih družin, ki živijo v mestu in se ob koncih tedna vračajo v svoj rojstni kraj v dolino. Pa vendar ti izleti za Alfreda niso le pobeg, temveč iz tedna v teden obsesivno ponavljajoči se ritual obujanja lastne preteklosti.
Il film narra la storia immaginaria di una famiglia ticinese che parte per il week-end, un venerdì sera, e si reca nella casa di montagna dove Alfredo (Omero Antonutti), il protagonista, ha vissuto l’infanzia. Ma il viaggio in valle, che moglie e figli subiscono, non è un’evasione, è un rito ossessivo che il protagonista rinnova di settimana in settimana alla ricerca del suo passato. Resuscitati dalla presenza di determinati oggetti o da circostanze fortuite, insorgono nella mente di Alfredo i ricordi: si rivede prima bambino alle prese con la realtà contadina, poi adolescente, indifeso ed insicuro, costretto a vivere l’esperienza del collegio fuori cantone. Anche in città a Lugano, sul lavoro, il passato preme invadendo il presente: la mancata promozione fa riemergere altre umiliazioni che spiegano quella attuale. L’equilibrio precario di Alfredo si logora così poco a poco. Le ragioni fondamentali della sua crisi risiedono nell’impossibilità di trovare un equilibrio fra l’infanzia vissuta in un mondo contadino, scomparso o snaturato, e la maturità vissuta in un presente marcato da una quotidianità frustrante, da un lavoro ripetitivo; egli non riesce insomma a conciliare questi due aspetti della sua vita. All’interno di questa frattura fra un passato introvabile ed un presente insoddisfacente, si insinua una seconda contraddizione: il tentativo di ritrovare l’infanzia è complicato dalla ricerca di un padre ‑ reale o simbolico che sia ‑ che è stato appunto un “matlosa”, un girovago, un senza dimora fissa, interpretato da Flavio Bucci.
Regia: Villi Hermann
Sceneggiatura: Angelo Gregorio, Villi Hermann
Con: Omero Antonutti, Francesca De Sapio, Flavio Bucci, Nico Pepe, Roger Jendly, Sonja Gessner, Walter Valdi, Claudio Caramaschi
Direttore della fotografia: Carlo Varini
Montaggio: Luciano Berini
Suono: Laurent Barbey
Musica: Enzo Jannacci
Scenografia: Raffaella Leggeri
Costumi: Sylvia de Stoutz
Produzione: Imagofilm Lugano, Villi Hermann
In coproduzione con: SSR / RTSI
Liberamente ispirato ad una novella di Giovanni Orelli,“Anche l’inferno sta nei cromosomi? E il diavolo? Da quaresime lontane” in Pane e coltello, A. Dadò editore, 1975