Flavio Paolucci. Da Guelmim a Biasca
Atlas
DI NICCOLÒ CASTELLI
Cinema svizzero a Venezia
IN PRESENZA DI VILLI HERMANN
La Console generale di Svizzera a Milano Sabrina Dallafior e il cineasta Villi Hermann hanno aperto la rassegna Cinema svizzero a Venezia martedì 29 novembre 2022


Rencontre Villi Hermann
alle 56. Giornate di Soletta 2021
Dal 20 al 27 gennaio 2021 le Giornate di Soletta hanno dedicato la retrospettiva RENCONTRE al cineasta Villi Hermann, regista, produttore e fondatore della Imagofilm Lugano.
CRONOFOBIA
di Francesco Rizzi

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        - Milano, Venezia (Italy)
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        - Montevideo (Uruguay)
        - Montpellier, Nantes (France)
        - Lisbon, Leiria (Portugal)
    32. Kinofest Lünen (Germany), 23-27.11.2022
  • Caro Niccolò Castelli - lettera aperta di Villi Hermann
  • Lettera aperta, 13.01.2023
    https://imagofilm.ch/rassegna.php?tipo=1

    Caro Niccolò,
     
    quando sei stato nominato direttore della Ticino Film Commission dicevi che “vorrei portare il più possibile il cinema della Svizzera italiana al di fuori dei nostri confini, e mi piacerebbe che ci fossero più scambi tra Sud e Nord delle Alpi.”
    E per le Giornate di Soletta ci porti più cinema del Ticino? I vari direttori e commissioni di selezione di Soletta hanno sempre avuto “grossi problemi” con i nostri film, con le nostre idee di cinema che non erano nel “cosiddetto mainstream svizzero”. Penso solo all’esclusione dolorosa del film di Francesco Rizzi “Cronofobia” e poi riammesso con tanta “pressione non molto diplomatica” da parte mia; in seguito questo film ha vinto vari premi internazionali ed è stato distribuito in vari paesi.
    Penso che, come nuovo direttore italofono (il primo nella storia di Soletta e anche raro nei festival di cinema in Svizzera in generale), dopo il trambusto del licenziamento della direttrice precedente Anita Hugi, le aspettative e le pressioni saranno multiple e non facili da gestire. Il settimanale tedesco di Amburgo “Die Zeit” si chiedeva: wem das Festival dienen soll: dem Personal der Solothurner Filmtage oder dem Schweizer Film (a chi deve servire il festival: al personale del festival o al cinema svizzero). Posso solo rispondere con un graffito che si vede spesso sui muri a Lugano: “Resistere”.
    In generale l’interesse c’è per i film di lingua italiana a Soletta, per esempio c’era curiosità di vedere come mai ha avuto tanto successo in Ticino un film come “Frontaliers”. E nella primavera 2022 sembra esserci meno interesse da parte dei selezionatori rispetto agli anni passati, penso all’esclusione di “Arthur 2”, la webserie del serial killer che poi è stata votata come migliore web serie al mondo quest’anno.
    Ho l’impressione che ogni tanto le commissioni di selezione di Soletta dimentichino che potrebbero fare il ponte tra arthouse film e pellicole che hanno successo in altre regioni della Svizzera e dimentichino che il pubblico appenzellese o del Giura bernese è diverso dallo spettatore di Biasca o Lattecaldo. I film della Sonnenstube selezionati a Soletta sembravano ogni tanto un gesto omeopatico. Ma Niccolò è molto sensibile alle nuove leve e seguirà con vigorosa cura la giovane produzione proveniente dal Ticino. Farà anche tutto il possibile affinché i film proiettati a Soletta non finiscano solo nelle mani degli smombie.
     
    Una Werkschau, una rassegna dovrebbe tener conto della nostra diversità ed evitare qualunque globalizzazione. Come dice l’artista Ben Vautier « La Suisse n’existe pas », beviamo volentieri del Merlot, del Fendant e del Beerliwein in Svizzera, si dovrebbe coltivare di più la « biodiversità cinematografica » e con l’aggiunta di un granello di piccante politico.
     
    Cineasti nella veste di direttori di festival cinematografici non sono così rari, almeno quelli che mi ricordo, penso al cineasta Daniele Ciprì al Corto Dorico, lo sceneggiatore Felice Laudadio a Bari, Gillo Pontecorvo e Carlo Lizzani alla Biennale di Venezia, Gabriele Salvatores al Milano Film Festival, Maurizio Nichetti al Festival di Montagna di Trento e oggi al Festival del documentario Visioni dal Mondo a Milano, Aki Kaurismäki in Finlandia, Nanni Moretti, Gianni Amelio e Paolo Virzì al Torino Film Festival, Tanja Milicic a Pula, Naomi Kawase a Nara in Giappone, Jia Zhang-ke al Festival di Pingyao in Cina, insieme a Marco Müller. E non dimentichiamo il Film Festival Director par excellence Moritz de Hadeln, cineasta di un documentario fondamentale per me, “Le Pèlé” del 1963, oggi ancora distribuito dal cineasta Erich Langjahr. Diversi filmmaker americani sono anche direttori di festival e dicono: Running a Film Festival is just like making a film; fare un film è come fare un festival.
    Speriamo di vedere ancora parecchi “film-festival” di Niccolò Castelli nel futuro.
    Un caro ciak, Villi Hermann

    P.S.: Durante le mie ricerche ho scoperto che i nostri giornalisti dell’audiovisivo in Ticino non sono mai stati invitati personalmente alle Solothurner Filmtage. Ma il futuro sarà più roseo per il nostro piccolo cinema…

    foto ©CdT